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Intervista a Pellegrin Alberta

Pellegrin Alberta

Alberta Pellegrin ha 26 anni, è nata a Cavalese e abita a Ziano di Fiemme. Ha aperto il suo studio di podologia a Tesero dove cura i piedi nelle diverse condizioni patologiche.

  • Ci racconti il tuo percorso di studi?
    Ho frequentato l’istituto commerciale a Predazzo. Al termine del mio percorso scolastico ho intrapreso il corso di Podologia triennale a Bolzano presso l’università Claudiana. Si tratta di una scuola provinciale che ospita corsi di laurea provenienti da atenei di tutta Italia. Noi, ad esempio, eravamo una sede distaccata della Sapienza di Roma.
    Mi sono laureata nel 2017 in Podologia. L’anno scorso ho iniziato un Master professionalizzante di primo livello in Podologia sportiva presso l’Università Tor Vergata di Roma, percorso che ho concluso di recente.
  • Come mai hai deciso di intraprendere questo percorso? Da dove deriva questa tua passione?
    Dopo aver concluso la maturità la mia intenzione è sempre stata quella di poter proseguire con gli studi. Ero decisa e volevo continuare nel campo della medicina. L’idea iniziale era quella di fare fisioterapia ma un’amica di mia sorella, fisioterapista, che proprio in quel periodo stava finendo l’università mi disse che c’era questo nuovo corso di laurea e che era molto interessante. Quindi ho approfondito di più e alla fine ho acquisito la convinzione che fosse il percorso giusto per me.
  • Cosa significa essere una podologa? Cos’è la podologia?
    Si tratta di una professione poco conosciuta e sicuramente non è stato facile - e non lo è tutt’ora - far capire alle persone cosa facciamo, di cosa ci occupiamo. Il/la podologo/a è un professionista sanitario, al pari di fisioterapista, infermiere, igienista dentale. Ci sono ancora tante persone che ci confondono con gli estetisti o callisti. Curiamo il piede doloroso sotto tutti i punti di vista: unghie incarnite, callosità, verruche e tutto ciò che riguarda la parte ortesica (realizzazione plantari e valutazione postura, funzionalità del piede, ecc..).
  • Cosa ti ha spinto a specializzarti in podologia sportiva?
    Ho sempre praticato diversi sport sin da piccola (sci di fondo, sci alpinismo, corsa, nuoto, calcio ecc..) quindi questa mia passione per lo sport mi ha spinto in questa direzione. Bisogna dire però che prima che si aprisse questa possibilità non c’era di fatto l’opportunità di specializzarsi in questo campo. Infatti, il nostro corso è stato il primo in assoluto riconosciuto a livello italiano.
    Inoltre, in Val di Fiemme ci sono molti sportivi e di conseguenza spesso tratto e visito persone di questa categoria.
  • Come mai è una disciplina che sta emergendo “solamente” ora?
    Il nostro profilo professionale nasce nel 1994, si tratta di una professione che c’è da molto tempo, i primi corsi di laurea professionalizzanti sono iniziati circa una ventina di anni fa. Si tratta di una disciplina che ha avuto le sue origini nel centro Italia, quindi ad esempio a Roma la nostra figura è molto conosciuta. Per quanto riguarda la nostra provincia autonoma e nel nord Italia in generale sicuramente è una figura ancora poco conosciuta. Il fatto che il corso di laurea più vicino si trovi a Roma o comunque nel centro Italia risponde in un certo qual modo al fatto del perché qui da noi sia un qualcosa poco conosciuto. Il nuovo corso istituito a Bolzano sicuramente sta agevolando la conoscenza rispetto a questa scienza.
  • Sei una libera professionista? 
    Esatto, sin da subito ho aperto la mia partita Iva e quindi sono sempre stata una libera professionista. È vero anche che in ambiente sanitario è complicato lavorare, o meglio provare ad accedere, a una struttura pubblica in quanto escono bandi in maniera sporadica.
    Inizialmente ho collaborato e sono stata socia di una cooperativa a Bolzano denominata “centro podologico” dove ho avuto la possibilità di lavorare per tre anni e mezzo. Successivamente ho iniziato a collaborare con un’altra struttura in Val di Non ed infine ho aperto il mio studio a Tesero in Val di Fiemme. Ovviamente per aprire il mio studio prima ho preferito fare un po' di esperienza dove ho potuto confrontarmi con altri miei colleghi.
  • Che tipologia di clientela trattate?
    Trattiamo ogni tipologia di pazienti, non c’è una categoria predominante. Ovviamente la persona anziana ha sicuramente più bisogno in quanto si va incontro ad un decadimento fisiologico. A chi fa parte di categorie più a rischio (diabete, artrite reumatoide ecc..) è consigliato di  rivolgersi a noi con maggiore frequenza.
  • Come hai vissuto quest’anno di pandemia? Come hai influito sul tuo lavoro?
    Inizialmente come tutti c’è stato uno stop forzato l’anno scorso quindi da metà di marzo fino a fine aprile. Dopo questo periodo devo dire ho sempre lavorato, ovviamente essendo il nostro un lavoro di contatto si percepiva chiaramente il difficile momento che le persone stavano vivendo (insicurezza, paura ecc..) quindi mi sentirei proprio di dire che più che dal punto di vista economico e lavorativo ha influito sicuramente dal punto di vista psicologico.
  • Che sogni hai per il futuro?
    Vorrei proseguire e concentrarmi lavorando esclusivamente nel mio studio potendo così offrire un servizio migliore nelle valli di Fiemme e Fassa. Sicuramente frequentare altri master per approfondire e acquisire ulteriore conoscenza ed infine riuscire a collaborare con altri studi e altre figure professionali in modo da dare l’opportunità ai miei pazienti e magari agli sportivi di avere un percorso terapeutico-riabilitativo completo.