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Intervista a Piazzi Arianna

Piazzi Arianna

I miei primi 21 anni: una vita in albergo

Arianna Piazzi, 21 anni, terza generazione di albergatori e una vita passata in hotel.

  • Raccontaci qualcosa su di te: chi sei e cosa hai fatto fino ad adesso.
    Sono Arianna, ho 21 anni e sono della Val di Fiemme, ho sempre vissuto a Pampeago. Qui sono nata e cresciuta. In Valle ho anche frequentato le scuole, il liceo turistico. Adesso lavoro nell’azienda di famiglia, un po’ allo Chalet Caserina e un po’ all’Hotel Scoiattolo.
  • I tuoi genitori sono albergatori, come vivevi da bambina l’hotel?
    Si i miei sono albergatori, ma in realtà è stata mia nonna la prima ad aprire l’attività verso la fine degli anni sessanta. Per me l’hotel è sempre stato casa, vivevo più in albergo che a casa, in effetti.
  • E come hai deciso di cominciare a lavorare nella gestione dell’azienda di famiglia?
    A me è sempre piaciuto, penso che una persona questo lavoro lo debba avere anche un po’ nel sangue. È una responsabilità, ma comunque lavoro ancora con i miei che mi aiutano e supportano.
  • Quando hai cominciato?
    Come ho detto prima, ho sempre vissuto molto la vita dell’albergo. Ha smesso di essere un “gioco” quando avevo 16-17 anni. A 17 anni ho fatto la mia prima vera stagione.
  • Com’è essere così giovane e prendere in mano un’attività che è alla terza generazione? La tua età ha mai rappresentato un vantaggio o magari uno svantaggio?
    Dipende dalle situazioni. Soprattutto nel rapporto coi colleghi, non è sempre facile dare consigli e farsi ascoltare quando vedono che ho solo 21 anni.
    Il vantaggio di essere così giovane invece è che si può sempre imparare da quelli con più esperienza e che lavorano in questo campo da anni. È facile imparare a questa età.
  • Immagino che in futuro vorrai continuare a lavorare in questo campo. Pensi di aver portato qualche novità nella gestione dell’albergo o di poterlo fare? Anche perché appartenendo ad una generazione diversa avrai avuto stimoli diversi rispetto ai tuoi genitori o ai tuoi nonni.
    Si, certo che mi piacerebbe continuare a lavorare così. Vedrò cosa mi riserva il futuro e se riuscirò a portare il mio contributo positivo!
  • Pensi che il tuo possa essere un buon esempio per la Valle?
    Si, penso che la gente si stia accorgendo che c’è un ricambio generazionale. Ci sono tanti gruppi, come ad esempio i Giovani Albergatori, che possono aiutare anche nella formazione di tutti coloro che vogliono imparare cose nuove e aiutare persone che vogliono intraprendere un percorso simile al mio. Poi qui in Valle tra colleghi ci conosciamo abbastanza e ci aiutiamo a vicenda.
  • Non hai mai voluto lasciare la Val di Fiemme?
    Al momento sto bene qui in Valle, non mi sento limitata da voler cercare stimoli al di fuori. Secondo me se a uno piace il posto dove vive, non necessariamente deve andarsene. Ci sta andare fuori e fare qualche esperienza, ma l’importante è tornare sempre indietro e portare qualcosa di nuovo qui. Comunque, la Val di Fiemme offre opportunità a chi le cerca, anche di carattere più internazionale. Eventi come la Marcialonga porta persone e stimoli da fuori, tra sette anni avremo le Olimpiadi. Secondo me se vuoi qua trovi gli stimoli necessari, è una Valle che cerca di guardare avanti in tutto ciò che propone senza mai dimenticarsi delle proprie radici.