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Intervista a Zanon Matteo

Musica per far restare i giovani in Val di Fiemme
Zanon Matteo ha 25 anni, fa il dj e da qualche mese gestisce il Mardok, disco club di Cavalese. Il suo obbiettivo? Convincere, con il suo lavoro, i coetanei della Val di Fiemme a credere nelle proprie passioni e nella valle che – dopo qualche diffidenza iniziale – ha creduto in lui.
Raccontaci cosa hai fatto prima e come hai cominciato a fare il dj.
Ho fatto il liceo alberghiero, i primi tre anni qua in Val di Fiemme e poi un anno in Val di Sole. Ho cominciato a fare il dj proprio appena cominciate le scuole superiori. Era già una mia passione ed in quegli anni non c’era ancora la moda dei dj. Ho cominciato davvero per passione, anche perché non c’era proprio la cultura.
Ho avuto la fortuna un giorno di trovare un signore che vendeva una consolle. L’ho presa, ho cominciato con quella e poi col tempo si è concretizzato il tutto. Le prime feste in cui ho suonato erano quelle dei miei amici. Poi la voce si è sparsa ed hanno cominciato a chiamarmi gli amici degli amici e col tempo tutto è diventato più serio. Ho fatto delle feste più grandi ed hanno cominciato a chiamarmi locali e organizzatori di eventi da tutto il Trentino.
Perché hai scelto di fare proprio il dj? Non molti scelgono di prendere questa strada e farne un lavoro, soprattutto in una valle.
È vero nessuno lo sceglie come lavoro, anzi hai tutti contro. Perché la maggior parte delle persone non lo considerano un lavoro. È stato molto difficile soprattutto farlo capire alla mia famiglia. Non lo vedevano come un mestiere concreto, ma col tempo, quando hanno visto il mio impegno e hanno constato che riuscivo a mantenermi con questa attività hanno cambiato totalmente idea.
In generale, pensi di aver portato delle novità in Val di Fiemme?
Penso di aver portato un’alternativa, per i ragazzi soprattutto. Suonando in tante feste, anche qui in valle, sono convinto di aver cambiato un po’ la tipologia di festa classica a cui eravamo abituati. Perché anche musicalmente parlando ho preso spunto e ispirazione dal lavoro di altri dj di tutta Europa, quindi ho contribuito a portare note e ambientazioni da luoghi lontani in valle.
Adesso gestisci un locale il Mardok Disco club di Cavalese: come è stato iniziare e come hai impostato la gestione?
Si, adesso gestisco un locale. Anche questo è stato un po’ da sempre il mio sogno. Ho colto al volo l’occasione di poterlo prendere in gestione. È partito tutto un po’ per gioco come quando ho iniziato a suonare alle feste al liceo, ma poi è diventata una cosa seria. Per gestire il Mardok devi metterci davvero anima e corpo.
La valle come ha risposto?
La reazione della Val di Fiemme è stata ottima. Non pensavo fosse così immediato che le persone arrivassero, ma da quando abbiamo aperto, cinque mesi fa, abbiamo sempre fatto il pienone. E la gente ha sempre avuto da dire bene del locale e belle cose sulla gestione che ne sto facendo. Sembrano tutti contenti, e io soddisfatto.
Pensi che il tuo essere un giovane gestore di un locale e un dj in Val di Fiemme possa aver avuto un impatto positivo sulla zona?
Penso di sì, soprattutto per quelli che non vogliono altro che andarsene perché dicono che in Val di Fiemme non c’è niente di nuovo o non c’è niente da fare. È molto difficile soprattutto perché le persone di solito si lamentano e basta. Io ho avuto la fortuna di fare un po’ di esperienza e di girare abbastanza ed ho voluto portare qui in valle situazioni diverse. Quindi la gente è contenta di avere tipologie di feste che solitamente vedono solo sul web e che invece ora possono ritrovare anche qui, a casa. Anche io in passato ho pensato di andare via. Ma la Val di Fiemme è bellissima ed io credo tanto in questa terra, quindi ho scelto di restare e di dare il mio contributo per far crescere la valle.
Come vedi il futuro?
Non lo so, io spero sempre in meglio! Spero che il locale possa crescere ed avere una nomea sempre migliore e che in parallelo sarò in grado, tramite il locale ma al di fuori, di organizzare feste che coinvolgano la popolazione. In particolare, spero di fare capire ai giovani che possono avere quello che vogliono anche qui in valle, voglio dargli un’alternativa e fargli capire che non serve scappare e andare via da qui.