Mattia Berlanda, dopo la laurea in ingegneria della produzione industriale e programmazione domotica, ha lavorato per otto anni presso uno studio di progettazione elettrotecnica e partecipato alla realizzazione di numerosi progetti domotici nel settore alberghiero, civile e terziario. Ora, da libero professionista, porta con se l'esperienza acquisita in questi anni di lavoro e una grande passione per la domotica, per riuscire a trovare la soluzione più adatta ai bisogni dei clienti che si rivolgono a lui. Se gli si chiede quale è il suo lavoro risponde: sono l’anello di congiunzione tra l’elettricista e il progettista elettrico.
- Parlaci un po' del tuo percorso di vita. Sei sempre stato appassionato di domotica?
Ho sempre avuto una passione per tutto ciò che è automatico. Dopo aver conseguito la laurea nel 2010 in Ingegneria della produzione industriale e programmazione domotica, sono entrato in uno studio di progettazione elettrica. Qui ho avuto modo di approfondire le conoscenze elettriche e di avvicinarmi al mondo della domotica, frequentando dei corsi di specializzazione. Per otto anni ho partecipato attivamente a parecchi progetti e, nel gennaio 2020, ho deciso di dedicarmi specificamente a questo, mettendomi in proprio e creando la mia azienda “Soluzioni domotiche”, improntata sulla programmazione degli impianti domotici. Il mio profilo professionale è una figura nuova: è una sorta di anello di congiunzione tra l’elettricista e il progettista elettrico. Normalmente il progettista fa il progetto ma non si dedica alla programmazione e in particolare alla domotica, mentre l’elettricista lo realizza senza avere necessariamente le conoscenze specifiche riguardo il nuovo impianto. Qui entro in gioco io che sono l’intermediario tra queste due figure. - Cosa ti ha portato a metterti in proprio e non essere più dipendente?
Quando lavori per gli altri faresti spesso le cose diversamente da come vengono gestite, ma in quanto dipendente sei costretto a seguire le indicazioni del datore di lavoro. Non si tratta della presunzione di saper fare meglio, piuttosto della libertà di potersi gestire, poter organizzare il proprio tempo ed essere più flessibili con gli orari. - Quali sono le caratteristiche peculiari del tuo lavoro? Di cosa si occupa “Soluzioni domotiche”?
Soluzione domotiche si occupa dello studio, della progettazione e della programmazione del sistema domotico. Per dirlo in breve: interpreto ciò che il cliente ha in mente per automatizzare la sua casa e faccio il progetto elettrico. Un progetto “da cantiere”, che poi viene affidato all'elettricista per la realizzazione. In caso di dubbi io intervengo e in seguito mi occupo della programmazione del sistema. Istruisco i dispositivi attraverso un software e realizzo l’interfaccia grafica per l’utente, che è la modalità con cui il cliente si relaziona con il suo sistema domotico. Per far questo sviluppo app per il telefono o dispositivi simili. - Come spiegheresti in modo semplice a un potenziale cliente queste nuove soluzioni domotiche?
Innanzitutto gli spiegherei che cos’è la domotica e perché potrebbe essere un vantaggio per lui. La domotica è un nuovo modo di pensare al proprio impianto elettrico dove viene tolto il collegamento fisico fra quello che potrebbe essere un interruttore e la lampadina. Per accendere la lampadina viene stabilito un collegamento elettrico tra quest'ultima ed un dispositivo nel quadro elettrico. Il comando avviene attraverso un messaggio sul bus di comunicazione: la domotica è come questo messaggio viene realizzato e gestito. Ci sono infiniti modi per realizzarlo: il classico pulsante da schiacciare, un comando vocale, un comando sul touch del cellulare. La domotica consente anche l'interconnessione fra impianti che normalmente non sarebbero collegati tra loro. Per esempio, potrei creare un impianto di riscaldamento con una rilevazione di presenza che si accenda o spenga se vi sono persone in ufficio oppure no. O una luce led che lampeggia e diventa rossa se in casa la potenza richiesta supera una certa soglia, avvisando che sto consumando troppo e c’è il rischio che salti la corrente. - Parlavi di comando vocale, un termine che viene spesso collegato alla domotica? Potresti spiegarci la differenza tra smarthome e domotica?
Sono certamente due realtà collegate, perché un comando vocale si appoggia ad un server, come quelli di Amazon e Google, per poter fare delle azioni. Ma per accendere effettivamente la luce e completare l’azione c’è bisogno che qualcuno dentro la casa faccia qualcosa ed interpreti il messaggio del server, che sia schiacciare il pulsante o dare il comando vocale. - Quali sono le potenzialità di questa tecnologia per il territorio? Come vedi lo sviluppo del tuo settore in Val di Fiemme?
Secondo me lo sviluppo di questo settore può essere molto buono, anche sul piano economico, in quanto l’infrastruttura per creare una casa con un impianto elettrico predisposto alla domotica differisce molto poco dall’infrastruttura di una casa con un sistema tradizionale. Il vantaggio è che creata l’infrastruttura una modifica o un'aggiunta di una nuova funzione è molto più facile. In futuro sarà sempre possibile aggiungere delle determinate funzioni e creare gli scenari di luce più diversi. Nel caso di un hotel è possibile creare un impianto per il controllo della camera, in modo da capire se c’è o non c’è l’ospite, vedere se bisogna pulire o no la camera e così via. Si può anche interconnettere con il sistema con la gestione dei dati dell'hotel. Per esempio se la centralinista riceve una chiamata si può generare in automatico la prenotazione e la tessera per aprire la camera da tal giorno a tal giorno. - Quindi questo sistema può avere molteplici applicazioni, sia nel settore alberghiero che civile, terziario...
Certamente, anche nell’industria e tutto quello che riguarda la supervisione. Ad esempio tutto ciò che ha a che fare con il controllo di impianti speciali, come la temperatura di un boiler, il funzionamento di una pompa, il livello di una vasca e via dicendo. C’è anche la grande possibilità di gestire tutto ciò via internet, in modo da poter ricevere le informazioni di un posto stando altrove. - Qual è stato il lavoro/progetto più interessante che hai fatto?
Il progetto più importante è stato di una baita utilizzata come camera di hotel sulle montagne della Val di Non. Questa baita è completamente autonoma: non ha l'attacco dell’acqua, non ha la corrente. C’era l’esigenza del gestore di avere un controllo su quello che succede e di poter gestire da remoto (visto che gli ci vogliono 20 minuti di macchina per arrivare di persona sul posto). Un lavoro certamente complesso, che è stato molto bello e soddisfacente. Ora al gestore, a distanza, è possibile accedere luci e riscaldamento, sapere quanta acqua c’è nella vasca, il livello del GPL che serve per riscaldare la baita e per fare funzionare il generatore e vederne le ore di funzionamento. È possibile controllare lo stato delle manutenzioni, i sistemi di allarme e qualora vi fossero dei problemi c’è un messaggio di allarme che lo avvisa. - Parlami del servizio da remoto, cos’è il kit di soluzione domotiche?
Normalmente faccio la programmazione di un impianto sul posto e in seguito c’è bisogno di modifiche o regolazione. Spesso si tratta di impianti sparsi sul territorio e sarebbe una grande perdita di tempo doversi recare continuamente nei vari luoghi. Per questo ho creato un sistema che mi permette di collegarmi da remoto direttamente all’impianto domotico del cliente dal mio ufficio. Mi basta un collegamento internet e riesco a collegarmi come se fossi lì, scarico il programma, faccio le modifiche e tutto si risolve in breve tempo. Ne vado orgoglioso perché non esiste sul mercato un sistema del genere e l’ho dovuto studiare io. Certamente questo sistema di controllo da remoto, mi è costato tanto lavoro e ci ho dovuto pensare parecchio, ma adesso è testato e vedo che funziona alla grande. Ho risolto anche grossi problemi intervenendo dal mio ufficio in emergenza, salvando quello che potevano essere danni più grandi, quindi sono molto contento. - Il periodo di pandemia ha influenzato il tuo settore?
La mia azienda è nata proprio nel 2020, quindi l’anno in cui è arrivata la pandemia. Naturalmente c’è stato un rallentamento generale, soprattutto nelle costruzioni, dovuto all’incertezza di quello che sarebbe potuto succedere. L’inizio per me è stato un po’ in salita, ma adesso sembra che si sia ripresa e non manca la voglia negli imprenditori e nelle persone di costruire casa, di rimodellare gli hotel e altri lavori simili. - Perché hai scelto di rimanere in Val di Fiemme? Cosa significa per te operare nella zona?
Sono nato a Cavalese e sono cresciuto in questa valle, per me il rapporto personale con i clienti è molto importante, potersi incontrare di persona. Ci tengo al mio territorio, ma non nego che il mio lavoro mi consente anche di fare dei lavori lontano dalla Val di Fiemme pur stando qui. Dove io sono fisicamente ha una importanza relativa. - Hai dei sogni e obiettivi per il futuro?
Implementare e migliorare tutte le varie possibilità che ci sono in questo mondo. Perché ci sono sempre dei sistemi più esigenti e diversi, per questo mi piace studiare tutte le varie azioni che ci sono su questo tema. So che parecchie case nuove adesso richiedono la domotica, qui in italia c’è comunque una resistenza, perché è una cosa nuova e l’elettricista fa fatica a proporla, a pensarla, più per paura che per un normale motivo. Sicuramente c’è una possibilità per il mio settore perché è un buco nel mercato ed è una cosa in evoluzione.