Fin da bambino Giovanni Dellagiacoma coltiva la passione per l'edilizia; entra nell'azienda di famiglia ancora prima di compiere 16 anni, prendendone poi le redini una decina d'anni più tardi, rendendola un'azienda di costruzioni e ristrutturazioni con attrezzatura unica sul mercato della Val di Fiemme. Giovanni si racconta nella sua passione e nel suo tentativo di rendere il mercato edile più moderno ed efficiente.
- Giovanni, nel campo edile, azienda di famiglia, sei subentrato a tuo padre nell’azienda di famiglia e ora la dirigi; vuoi raccontarci la tua storia e come sei arrivato a dove sei ora?
L’azienda nasce nel 1979. All’epoca si lavorava soprattutto nella costruzione di nuovi edifici e appartamenti, a differenza di ora che la maggior parte del lavoro che facciamo è di ristrutturazione. Io ho preso le redini dell’azienda il 4 giugno del 2009 dopo 30 anni da quando mio padre l’aveva fondata. Nel 2010 abbiamo costruito il capannone dove abbiamo la nostra sede a Predazzo. Piano piano ho assunto dipendenti, adesso ne ho 8. Ci occupiamo di lavori di ristrutturazione, ma anche di lavori un po’ più particolari come la ricerca perdite d’acqua con macchinari all’avanguardia e il sollevamento di carichi in posti stretti o quasi inaccessibili. - Raccontaci come è nata l’azienda e la sua storia.
Come primo lavoro mio padre ha costruito casa nostra, insieme ai suoi fratelli. Ha lavorato per 7 o 8 anni in Val di Fassa come capo cantiere per una grossa ditta edile che faceva alberghi e grandi edifici. Un po’ alla volta si è fatto un nome in paese e dal 1988 ha iniziato a lavorare quasi esclusivamente a Predazzo. Per i primi 15 anni ha fatto quasi solo case nuove perché il mercato all’epoca andava in quella direzione. Un po’ alla volta, sia per il cambiamento delle regole che per la saturazione della zona, il mercato si è spostato sulle ristrutturazioni. Fino a quando nel 2009 mi ha passato l’azienda e da lì sempre più ci siamo specializzati in questo campo. Lavoriamo soprattutto nella zona di Predazzo. - La Val di Fiemme, quindi, oggi ha rallentato la sua espansione edilizia?
Sì esatto, ma è giusto perché l’espansione avrebbe spopolato i centri storici, invece limitando la costruzione di edifici nuovi, si va a riqualificare il centro storico, le zone rurali, diminuisce il degrado urbano e si valorizzano le specificità dei posti. I paesi hanno tutti la loro storia, ed è importante non perderla, anche per il turismo. Quando i turisti passano in paese è bello che vedano un centro curato, non case mezze abbandonate. - Quindi il tuo lavoro è estremamente trasversale, riesci a lavorare su ogni aspetto dell’edilizia.
Esatto, soprattutto nelle ristrutturazioni è fondamentale avere competenze in ogni ambito. Sollevamento di materiale in vetro, demolizione e costruzione di strutture e consolidamenti di edifici, non sai mai cosa ci sarà bisogno di fare. Quindi nel tempo abbiamo sviluppato una specializzazione generale nel settore, ma sempre con un occhio mirato all’evoluzione. Il mercato non è statico, quindi non possiamo esserlo nemmeno noi, bisogna cambiare come cambia il mercato. - Ci dicevi che oltre alle ristrutturazioni ti occupi di ricerca di perdite scavi particolari e sollevamenti. Raccontaci di quali attrezzature utilizzi.
Negli anni ho investito tanto nell’acquisizione di nuove strumentazioni ultramoderne, quasi uniche sul territorio, per le attività di ricerca perdite di scavo e di sollevamento. Utilizzo termocamere e strumentazione a infrarossi. Una serie di apparecchiature che si completano a vicenda per dare un servizio a 360 gradi per questa delicata attività. Ci occupiamo di ricercare e poi riparare perdite di scarichi e di acqua calda e fredda sia a livello domestico che di infrastrutture di distribuzione. Ho spinto molto su questo tipo di servizio negli ultimi anni, c’era molta richiesta e nessuno lo faceva. Oltre alla ricerca perdite abbiamo investito in macchinari particolari per scavi e movimentazione carichi in posti quasi inaccessibili con macchinari tradizionali. - Da dove viene questa predisposizione e questa tua ricerca verso l’innovazione?
Sin da quando sono entrato in azienda, curiosavo quello che faceva mio papà; fin da piccolo e mi è sempre piaciuto usare la tecnologia e la strumentazione per dare un servizio diverso e creare una nicchia di mercato unica. In questo campo sono sostanzialmente da solo al momento, per via del parco macchine e delle competenze che ho acquisito. Per queste strumentazioni non esistono corsi, è tutto un discorso di esperienza, non ci sono regole, devi conoscere i tuoi strumenti e saperli sfruttare a seconda delle situazioni. - Sei anche impegnato sul territorio come rappresentante dell’Associazione Artigiani, Ci racconti questa realtà?
Sono il rappresentante della Val di Fiemme dell’Associazione Artigiani. Siamo quasi 600 aziende artigiane e per ogni territorio oltre che al presidente c’è un consigliere per ogni comune e dei rappresentanti di categoria. Il mondo artigiano racchiude sia grandi aziende, che aziende familiari o singoli professionisti. La filiera più numerosa è quella edile, ma ci sono in crescita per esempio anche i birrai, l’artigianato artistico, l’alimentare: ci sono una miriade di micromondi unici. - Come vi interfacciate con il territorio, qual è nel concreto il vostro ruolo?
Prima di tutto assistenza e tutela dei diritti e dei lavoratori, dopodiché siamo anche tramite per le politiche di settore. Attraverso la rete di rappresentanti comunali, provinciali, fino a livello nazionale siamo in grado di portare richieste e fare da portavoce fino a Roma, e provare a dare una possibilità anche ai più piccoli di essere ascoltati. - Come vedi i giovani all’interno del tuo settore? Ti sembra che ci sia una generazione pronta a far crescere la Val di Fiemme nel campo edile?
Io credo fortemente nei giovani, in azienda siamo in 8 e siamo quasi tutti sotto i 40 anni. I giovani sono il futuro, e ce ne sono di quelli che di voglia ne hanno da vendere. Io sono amante del progresso, e l’evoluzione passa attraverso le mani dei giovani, che le tecnologie le sviluppano e le imparano molto più in fretta di quanto già potrei fare io, che non sono sicuramente vecchio. Se messi nelle giuste condizioni e stimolati i ragazzi crescono in un modo spaventosamente veloce, e qui in Val di Fiemme vedo che c’è una forte predisposizione per restare e aiutare il territorio a espandersi.
C’è un ultimo messaggio che vorresti mandare prima di salutarci? - Si, vorrei che da questa nostra chiacchierata passi un concetto: lavorare insieme è fondamentale. La collaborazione è l’aspetto più importante per una comunità, il voler mettere da parte i propri egoismi per il bene comune. Recentemente abbiamo ricostruito una chiesetta di paese; ci siamo impegnati, come artigiani, gratuitamente la sera dopo il lavoro per sistemarla. Perché era bello che quella chiesa si mettesse in piedi, era giusto, per noi e per la Valle. Abbiamo fatto un piccolo sforzo a testa, e in cambio abbiamo ottenuto un grande risultato. Veniamo da un periodo difficile, lavorare insieme è il modo più bello per uscirne. La collaborazione tra aziende dello stesso o diverso settore fino alle singole persone è un valore da trasmettere ai nostri giovani, affinchè a loro volta lo trasmettano ai loro figli, come a noi è stato lasciato in eredità dai nostri avi.