
Lara Felicetti, classe 1999, cura la rubrica di tedesco su Radio Fiemme. Legata profondamente al suo territorio, ha scelto di lavorare da remoto per un’importante agenzia tedesca di marketing, così da poter restare a vivere in Val di Fiemme.
Buongiorno Lara, raccontaci un po' di te, di cosa ti occupi?
Sono Lara, ho 26 anni e sono nata e cresciuta in Val di Fiemme. Fin da piccola i miei genitori mi hanno trasmesso la passione per il viaggio e questo mi ha aperto al mondo, mi ha messo in contatto con culture e lingue diverse facendomi capire l’importanza di una mentalità aperta. Sono recentemente diventata istruttrice in seguito ad un corso tenuto dalla piscina di Predazzo, pratico inoltre pilates e faccio parte della filodrammatica.
Negli anni delle superiori ho scoperto la lingua tedesca, che in breve tempo è diventata una delle mie passioni. Lo so, è una lingua un po’ tosta – a volte la ami, a volte la odi – ma cerco sempre di trasmetterla nel modo più semplice possibile.
Attualmente lavoro come project manager per un’agenzia tedesca di marketing turistico ed inoltre, collaboro volontariamente con Radio Fiemme curando una rubrica in tedesco.
Quale percorso di vita ti ha portato fin qui?
Ho frequentato il liceo linguistico in Val di Fiemme, ho sempre avuto una buona predisposizione per le lingue. Durante il mio quarto anno di superiori sono partita per un anno all’estero in Germania, vicino a Francoforte. Ho vissuto in una famiglia tedesca e questo mi ha permesso di fare un vero salto di qualità nella lingua, usandola ogni giorno nella vita quotidiana. Sono poi stata accolta da una seconda famiglia, periodo nel quale ho avuto anche l’occasione di praticare il francese in quanto la madre aveva origini francesi.
Dopo la maturità ho passato un periodo in Australia, da alcuni parenti nel Western Australia. Ho lavorato come cameriera e viaggiato lungo la costa. In generale, credo che questo tipo di esperienze facciano crescere molto ed aiutino ad uscire dalla propria zona di comfort. Oltre a essere un’esperienza di vita importante, l’anno in Germania ha influenzato anche la mia scelta universitaria: mi sono resa conto che avrei potuto studiare in tedesco e ho iniziato a informarmi. Ero interessata all’ambito della comunicazione e della pubblicità, così ho deciso di iscrivermi all’Università di Vienna, indirizzo Scienze della comunicazione. Durante l’università, ho fatto uno stage volontario in un’agenzia di marketing nel settore del turismo della durata di due mesi. Alla fine di quest’esperienza mi hanno proposto un contratto part-time, e ho continuato a lavorare mentre studiavo.
Ora lavoro per Saint Elmo’s Tourism, un’agenzia con sede principale a Monaco che si occupa di campagne pubblicitarie per il turismo. Lavoro da remoto, il che mi permette di vivere in valle, rimanere vicina alla mia famiglia e ai miei amici, e allo stesso tempo fare un lavoro che mi piace e per cui ho studiato.
Come ti sei avvicinata a Radio Fiemme e come è nata la rubrica che segui?
Mi sono avvicinata alla radio grazie a due amici, nonché gestori della radio, Luca De Marco e Alessandro Arici. Un giorno mi hanno chiamata per parlarmi di una rubrica in inglese pensata per i volontari delle Olimpiadi, in modo che potessero rispondere alle domande dei turisti. Avevano l’idea di farla anche in tedesco, e così hanno pensato a me.
Ogni puntata dura circa tre minuti: ne esce una nuova a settimana e viene trasmessa ogni giorno fino all’uscita della successiva. Gli argomenti sono legati all’uso quotidiano della lingua, con una struttura fissa: una frase iniziale e una finale che si ripetono, poi qualche espressione utile, nuovi vocaboli e una piccola regola di grammatica.
Mi diverto molto, anche perché ci sono momenti più leggeri, con qualche battuta in dialetto. Registro un paio di puntate alla volta insieme ad Alessandro, poi gestiscono tutto loro. Mi piace trovare collegamenti tra il tedesco e il dialetto, e i feedback che riceviamo sono molto positivi.
Alcuni ragazzi mi scrivono perché riconoscono la mia voce, e so che anche i bambini ci ascoltano. La rubrica ha preso forma con leggerezza e voglia di condividere, mi sta portando molte soddisfazioni.
Per te, qual è il valore di vivere in valle e far parte della comunità locale?
Per me è fondamentale uscire dalla valle per conoscere altre realtà, ma proprio stando fuori ho capito ancora di più quanto sia bello vivere qui. Aprire la finestra e vedere il bosco, passare del tempo in giardino, uscire a fare la spesa e salutare le persone che incontri... sono cose semplici, ma preziose. In città mi sentivo un po’ come in un formicaio, tra metropolitana e ritmi veloci. Qui invece c’è un altro respiro. Ricordo bene la Tempesta Vaia: in quel momento ho visto davvero il senso di comunità, l’aiuto reciproco, la forza del vivere in un posto così. Quando ero via, ho pensato che mi piacerebbe che un giorno anche i miei figli potessero crescere dove sono cresciuta io. Qui c’è tutto: il paesaggio, l’aria buona, le montagne, la baita la domenica. Ma certe cose le capisci solo quando le vivi davvero.