Federico Modica vive e lavora a Predazzo (e molto anche in giro per il mondo!). Si è fatto strada nel campo della fotografia e dei documentari video e ora è un professionista chiamato a raccontare visivamente grandi eventi sportivi e aziende.
- Buongiorno Federico, raccontaci un po’ di te. Di che cosa ti occupi?
Sono un fotografo freelance. Ho iniziato giovanissimo, a soli 16 anni, quando ancora frequentavo le superiori. La mia passione per la fotografia è nata in quel periodo e ho cominciato dedicandomi agli eventi sportivi locali in Trentino e in valle. Col tempo, questa passione si è trasformata in una vera professione.
Nel 2014 ho organizzato una spedizione in Groenlandia insieme ad altri ragazzi trentini. Durante quell’esperienza ho realizzato di voler raccontare storie attraverso i video, così ho iniziato a esplorare il mondo del documentario. Siamo partiti quasi interamente autofinanziati, ma quell’avventura ha segnato una svolta: da allora il mio interesse per i video è cresciuto, fino a diventare oggi il cuore del mio lavoro. Oggi la mia attività si concentra principalmente sulla produzione di video e documentari, con un approccio che punta sempre sullo storytelling. Mi piace raccontare storie: che si tratti di persone, aziende o prodotti, preferisco dare vita a narrazioni piuttosto che realizzare semplici foto o video promozionali. - Quale percorso di vita ti ha portato fin qui?
Prima di appassionarmi alla fotografia e ai video, praticavo atletica leggera. Il mio sogno era diventare un professionista nello sport, ma un infortunio mi ha costretto a fermarmi per un’intera stagione. Quando ho cercato di rientrare, non sono più riuscito a raggiungere i risultati di prima. In quel momento mi sono trovato a un bivio, proprio a ridosso dell’età adulta, e ho deciso di avviare la mia attività come fotografo. Anche se ho cambiato prospettiva, sono rimasto legato all’ambiente sportivo, specializzandomi proprio in questo settore.
- Da dove nasce la passione per la fotografia? C’è stato qualcuno che ti ha ispirato?
La passione per la fotografia è nata in un momento particolare della mia vita, quando diverse circostanze si sono intrecciate. Ricordo che un parente lontano, fotografo di moda, stava organizzando la sua ultima mostra prima della pensione. Sono andato a visitarla insieme a mia madre e mio nonno. All’epoca avevo una piccola macchina fotografica con cui facevo i miei primi scatti, e mia madre gliene aveva parlato. Così gli ho mostrato le mie foto. Quella conversazione è stata illuminante: mi ha spiegato che fotografare non è solo un atto tecnico, ma una ricerca su sé stessi e sul rapporto con il soggetto. Mi ha fatto capire che ogni scatto riflette qualcosa della persona che lo realizza, oltre che di chi o cosa viene fotografato. Da lì in poi, ho iniziato a vedere la fotografia in modo diverso, più profondo. Un cosa che racconto sempre con tenerezza è che ho iniziato che ero talmente giovane da non avere nemmeno la patente, quindi mia madre mi accompagnava sui posti in cui ho svolto i primi lavori. Sono grato a molte persone della valle e della regione che hanno creduto in me fin dall’inizio e mi hanno dato l’opportunità di crescere, senza di loro sicuramente non sarei qui.
- Che valore ha per te vivere ancora in valle e far parte della comunità locale, mantenendo il cuore del tuo business qui?
Anche se il mio lavoro mi porta spesso lontano - quasi ogni settimana - sento che qui c’è qualcosa di speciale, una sorta di magia che si percepisce sia nel territorio sia nelle persone. Negli anni ho avuto l’opportunità di passare dei periodi all’estero, da New York all’Inghilterra, e spesso ho pensato che mi sarebbe piaciuto vivere in una grande città cosmopolita. Ma ogni volta che parto, sento il bisogno di tornare qui.
In valle ho sempre trovato supporto, contatto umano, natura. Per me è fondamentale mantenere questo legame con le radici. Anche se il mio lavoro, soprattutto nei documentari, mi porterà inevitabilmente verso città più grandi, voglio continuare a coltivare questo rapporto con il territorio. La valle è stata il terreno fertile per la mia crescita professionale; altrove, probabilmente, non avrei avuto le stesse opportunità. Un giorno, quando ne avrò la possibilità, vorrei restituire qualcosa a questa comunità che mi ha dato così tanto. https://modicacreativestudio.com/