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Intervista a Polo Walter
Passione e tradizione. Pochi ingredienti per la ricetta perfetta di Walter Polo, che dal 2020 conduce la sua bottega di falegname a Ziano di Fiemme seguendo le orme del nonno e del bisnonno. La sua è una storia di famiglia dalle origini antiche, fin dal 1400…
Passione e tradizione. Pochi ingredienti per la ricetta perfetta di Walter Polo, che dal 2020 conduce la sua bottega di falegname a Ziano di Fiemme seguendo le orme del nonno e del bisnonno. La sua è una storia di famiglia dalle origini antiche, fin dal 1400…
- Walter, è vero che la tua attività esiste da ben quattro generazioni?
Esatto, tutto è partito dal mio bisnonno, Alberto detto “Giochele”, nel '47. Lui e altri due soci, rilevarono il vecchio capanno dove un mio prozio lavorava il ferro, poggiato su un terreno di proprietà della mia famiglia dal 1400. Lo spazio non era molto grande ma grazie alla costruzione di un mulino ad acqua riuscirono a lavorare ininterrottamente per quasi vent’anni, realizzando principalmente cucine e arredamenti. Con il 1979 l’azienda cambiò totalmente faccia, trasformandosi in una ditta a conduzione famigliare di serramenti. Nel 1990 venne abbandonata la vecchia sede dove tutto è iniziato in quanto mio papà e i suoi fratelli hanno trasferito l'attività presso un'altra struttura. Nel 2020, sono stato io a rimettere in attività la vecchia falegnameria: così è nata MatikaWood. - Quindi, in un certo senso, hai ripreso una tradizione che la tua famiglia aveva messo da parte?
Ho iniziato a lavorare da mio papà nel 2003 ma il mondo dei serramenti non mi soddisfava. All’epoca stavo frequentando la scuola del legno di Tesero perché volevo imparare a fare arredamenti proprio come il nonno e il bisnonno quindi, appena ne ho avuto l’occasione, sono andato a fare la gavetta in una falegnameria in Val di Fiemme per un paio di anni. Una volta appresi alcuni trucchi del mestiere sono tornato a lavorare da mio padre fino a quando, nel 2016, ho deciso di comprare il terreno della vecchia falegnameria e costruirci la mia piccola realtà. - Da quello che mi dici sembra che tu abbia sempre sognato di avere una tua falegnameria. Da dove nasce questa passione?
Diciamo che io sono cresciuto nella falegnameria di mio papà e che la passione mi è stata trasmessa proprio dalla mia famiglia. Già da piccolo, quando venivo a rompergli le scatole, mi divertivo a costruire piccoli manufatti con i pezzi che trovavo in giro, anche se potevo fare ben poco con solo qualche seghetto! Quando ho finito le medie ho avuto la fortuna di poter frequentare la scuola del legno appena inaugurata ed ho scelto di mettermi in gioco subito dopo il terzo anno cominciando a lavorare nel settore. Insomma, sono sempre stato un falegname, già da piccolo. - Cambiando argomento, quanto credi che sia importante la salvaguardia dell’ambiente e l’utilizzo sostenibile di un materiale come il legno?
Preferisco sempre lavorare, se è possibile, con materiali della nostra zona e limitare gli sprechi riutilizzando tutto ciò che è possibile durante ogni passo nel processo di lavorazione. Nel nostro piccolo abbiamo recentemente realizzato progetti molto importanti (come carico di lavoro e tipo di richiesta) utilizzando il legno dell’abete equosolidale ricavato dal disastro del Vaia del 2018, proprio per evitare che materiale di pregio, ormai morto per via della tempesta, venga sprecato. - Quanto è stato importante per te vivere in un contesto come quello della Val di Fiemme? Pensi che il tuo lavoro ne benefici?
La valle è la mia Casa e la casa della mia famiglia da moltissime generazioni. Sinceramente non riuscirei ad immaginarmi altrove, così come la mia attività. Fare parte di questa comunità ti dà la possibilità di essere conosciuto ed apprezzato grazie al passaparola di amici e clienti soddisfatti, una risorsa preziosa e da non sottovalutare al giorno d’oggi.