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Intervista a Vaia Walter

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Quanti oggetti è possibile realizzare con una lamiera? Se ponessimo questa domanda a Walter Vaia, titolare dell’azienda Microtecnology a Piera di Tesero, la risposta sarebbe “Infiniti”. Il trucco? Passione per i dettagli e amore per il proprio lavoro.  

  • Walter, di cosa si occupa, nello specifico, la tua impresa?
    Mi occupo di lamiera che, rispetto ad altre lavorazioni di natura industriale, costituisce un mondo a parte che davvero in pochi conoscono. In un certo senso, la lamiera va vista come un foglio di carta che si può piegare e modellare a piacere, lasciandoti molta più libertà d’azione e lavorazione. Questo mi consente di lavorare con diversi settori e di adattarmi alle richieste dei miei clienti con una certa creatività a seconda dei casi. Per fare qualche esempio, i settori possono variare dall’arredamento, molto di moda negli ultimi anni, ad ambienti più “tecnici”, come nei lavori realizzati per La Sportiva o Lochmann, dove la richiesta è più incentrata su aspetti tecnici che estetici.
  • Una simile varietà dovrà richiedere tecnici specializzati per ogni esigenza. Avete molto personale qualificato?
    In realtà in azienda siamo solo in due: io e il mio collaboratore Enrico. Questo è possibile grazie ad un’attenta progettazione al computer, dove definiamo tutte le specifiche della lamiera - dallo spessore al colore - e della forma che deve assumere. Successivamente, grazie all’impiego di macchinari specializzati, andiamo a realizzare il prodotto vero e proprio. Diciamo che gran parte del nostro lavoro viene fatto al computer, non tanto per una questione di preferenza o abilità, ma proprio per lavorare in maniera più ottimale: progettare con attenzione ci consente di eliminare la gran parte dei problemi che, altrimenti, dovremmo gestire in fase di lavorazione. Grazie a questo procedimento siamo in grado di realizzare dei prodotti quasi artigianali con delle tecnologie a livello industriale.
  • Quindi, in un certo senso, sei un artigiano delle lamiere: come lo sei diventato?
    Dopo le scuole medie ho frequentato per un anno l’ENAIP di Villazzano - indirizzo meccanico - spinto in parte da mio padre per via della sua passione. Alla fine ho preferito entrare al più presto nel mondo del lavoro e ho cominciato a lavorare per Rizzoli Cucine dove, nel giro di cinque anni, sono riuscito a ricoprire anche ruoli di una certa responsabilità nell’organizzazione e nella gestione dei processi, oltre che a realizzare cucine su misura per i clienti. Questa esperienza mi è stata davvero utile per comprendere meglio il settore industriale - aspetto che mi è tornato molto utile con Microtecnology - e mi ha consentito di crescere sia personalmente che professionalmente. In seguito ho lavorato per tre anni in una carpenteria a Cavalese ma alla fine, desideroso di mettermi in gioco, ho deciso di aprire la mia azienda nel 2002 e di dedicarmi al lavoro che svolgo tuttora. All’inizio lavoravo nella cantina di casa mia con pochissimo spazio e tanti progetti per la testa ma poi, con il tempo, le cose hanno preso la giusta piega e mi hanno portato fino ad oggi.
  • E il nome? È sempre stato Microtecnology o all’inizio era diverso?
    Quando ho iniziato non ero ancora sicuro del nome giusto per la mia impresa, così nei primi anni si chiamava semplicemente come me. Con il tempo e con l’esperienza ho avuto le idee sempre più chiare fino a capire cosa davvero amavo fare: non lavorare a progetti di grandi dimensioni ma “piccoli”, gestibili, dove la qualità e il dettaglio fossero protagonisti. Da qui è nata l’idea di chiamare l’azienda Microtecnology.
  • Ultima domanda: in che modo la comunità della valle ti ha sostenuto?
    Ho conosciuto persone che mi hanno aiutato e sostenuto lungo il mio percorso credendo in me. Sono stato davvero fortunato perché, all’inizio di questa avventura, un artigiano della zona mi ha spronato a mettermi in proprio, supportandomi a tal punto da prestarmi la sua attrezzatura e il suo capannone in cambio di una collaborazione con la sua azienda. Questo per me è stato un aiuto davvero molto importante, poiché l’attrezzatura nel mio settore ha un costo davvero considerevole e acquistarla da me sarebbe stato un vero e proprio salto nel vuoto, specie ad azienda appena avviata. Ringrazio queste persone che mi hanno consentito di iniziare la mia attività un passo alla volta e, nel mio piccolo, spero che sempre più aziende sostengano i progetti imprenditoriali sul nascere come è capitato a me: la collaborazione va a vantaggio davvero di tutti e non va mai data per scontato.