Newsletter aziende

Intervista a Zancanella Valerio

Zancanella

Dietro un gioiello si nasconde un mondo intero”. Una semplice frase per descrivere un mestiere che in pochi immaginano e che ancora meno praticano. Questo però non è il caso di Valerio Zancanella, commerciante di pietre preziose da più di trent’anni.

  • Valerio, si può dire che il tuo non sia proprio un lavoro “comune”. Come funziona il mestiere del commerciante di pietre preziose?
    Ci sono tanti modi di raccontare il mio lavoro, ma proverò con la versione più semplice. La prima cosa che faccio è raggiungere le giungle e le miniere della Tanzania in Africa per acquistare materia prima grezza - rubini, granati, tanzaniti ecc. - dai locali. Una volta presa la merce ritorno in Italia, precisamente in valle, e lì, a seconda delle commissioni, mi occupo o della sfaccettatura del minerale grezzo o della vendita diretta alle industrie che lavorano per grandi marchi. Mi rendo conto che non molti siano a conoscenza di questo lavoro o che non sappiano come funzioni: penso che in Italia sia l’unico, o uno dei pochi, ad occuparmi di questa filiera.
  • In effetti il tuo racconto mi lascia piuttosto incuriosito. Come hai iniziato questo lavoro?
    Mi ha introdotto mio padre e ho fatto il mio primo viaggio in Tanzania già a dodici anni. Sono sempre stato affascinato dal mestiere e, per svolgerlo al meglio, mi sono laureato in geologia con specializzazione in mineralogia. Gli studi mi hanno consentito di avere una conoscenza più ampia della materia grezza che commercio, da quella più nota a quella magari più sconosciuta, come la tanzanite. Questo particolare minerale mi ha colpito a tal punto da dedicargli la mia tesi di laurea e, nel 2000, ad ispirarmi per la pubblicazione di un libro sull’argomento: “Tanzanite. Una tra le gemme più affascinanti.”
  • E tuo padre come e quando ha cominciato?
    Tieni conto che l’azienda nasce nel 1977, anche se la sua storia ha inizio circa dieci anni prima. Nel 66 mio padre, Raffaele, era perito minerario ad Agordo, in provincia di Belluno, ma in quegli anni c’era poco lavoro e così lo mandavano fuori dall'Italia dove c’erano miniere come in Australia, Sudafrica e Canada. Alla fine, in Sudafrica, ha cominciato a lavorare per delle compagnie minerarie e da lì è nata una passione. Certo, all’epoca non era semplice sostenere un lavoro simile: per via dell’apartheid, era vietato sorvolare il continente e chi voleva raggiungere certi luoghi doveva farlo in nave, per cui i viaggi duravano mesi invece che giorni. Mio padre ci metteva circa tre mesi a raggiungere la Tanzania, mentre io ora ci impiego poco più di dieci ore.
  • Ora però devo farti una domanda: hai mai scoperto qualcosa di raro, singolare o particolarmente prezioso?
    Non nel senso che intendi tu, probabilmente, ma con il mio gruppo di lavoro abbiamo fatto una scoperta che ci è valsa la pubblicazione in una rivista scientifica internazionale. Devi sapere che, nel sud della Tanzania, certi termiti - delle sorta di formiche - costruiscono i loro termitai usando le gemme che ricavano dal sottosuolo diventando, in un certo senso, degli indicatori naturali di giacimenti di materiale grezzo prezioso. Si possono trovare termitai con zaffiri, granati, persino oro e mai prima d’ora era stato osservato un simile comportamento in questi animali. La scoperta è di circa un anno e mezzo fa, dopo che avevo notato che uno di questi piccoli termitai aveva un colorito strano: ci ho versato sopra dell’acqua e abbiamo fatto la scoperta.
  • Un ultima domanda, Valerio: in che modo porti la valle con te nei tuoi viaggi? Senti la mancanza della tua comunità?
    Devi sapere che in Val di Fiemme c’è una comunità di tagliatori di gemme, addetti del settore e commercianti nota a livello italiano e internazionale. Il tutto si trova a Cavalese e l’origine di questa storia è sempre mio padre che, quando tornava dai suoi viaggi, portava con sé un mestiere che fino ad allora non aveva interessato la valle. Insomma, in un modo o nell’altro la valle è sempre l'inizio e la fine dei miei viaggi.