
Con una recente modifica al Codice civile (art. 2407), è stata introdotta una novità importante che riguarda i sindaci e i membri del Collegio sindacale nelle società. La legge n. 35 del 2025 ha infatti ridefinito i limiti della loro responsabilità civile, rendendola più equilibrata e proporzionata.
Con una recente modifica al Codice civile (art. 2407), è stata introdotta una novità importante che riguarda i sindaci e i membri del Collegio sindacale nelle società. La legge n. 35 del 2025 ha infatti ridefinito i limiti della loro responsabilità civile, rendendola più equilibrata e proporzionata.
Cosa cambia in concreto?
Fino a poco tempo fa, i sindaci erano responsabili in modo solidale con gli amministratori per eventuali danni causati alla società o a terzi, anche nei casi in cui non avessero avuto un ruolo diretto nella decisione. Oggi, invece, la legge distingue meglio le situazioni e limita la loro responsabilità a una cifra proporzionata al compenso percepito, a meno che non ci sia dolo, ovvero un comportamento intenzionalmente scorretto.
Ecco i nuovi limiti:
● Se il compenso è fino a 10.000 euro, il massimo risarcimento è 15 volte il compenso.
● Se il compenso è tra 10.000 e 50.000 euro, si scende a 12 volte.
● Per compensi oltre 50.000 euro, il limite è 10 volte il valore percepito.
Inoltre, il tempo utile per fare causa a un sindaco (prescrizione) passa da 10 a 5 anni, calcolati a partire dal deposito della relazione al bilancio dove si è verificato il danno.
Chi è coinvolto?
Queste novità si applicano a tutti i sindaci e ai membri degli organi di controllo delle società per azioni, in accomandita per azioni, a responsabilità limitata e cooperative. Anche i Sindaci unici rientrano nella nuova disciplina, compresi i casi in cui hanno anche funzioni di revisione legale. Restano invece esclusi i revisori legali "puri", come quelli nominati secondo l’art. 2477 per le srl.
Perché è una buona notizia?
Questa riforma aiuta a chiarire i confini tra il ruolo di controllo e quello gestionale. I sindaci continuano ad avere una responsabilità diretta per il loro operato, ma non saranno più puniti per colpe che non dipendono da loro, a meno che non abbiano agito con dolo. È un modo per rafforzare la tutela del loro ruolo, senza abbassare la guardia sulla qualità del controllo.
In sintesi, una norma che semplifica, rende più giusto il sistema e dà maggiori certezze a chi lavora con serietà nei ruoli di controllo societario.