
C’è una nuova possibilità per le imprese che hanno riserve o fondi “bloccati” a livello fiscale nel proprio bilancio. Si chiama affrancamento straordinario e consente di liberare queste somme, pagando una tassa ridotta, per poterle poi usare o distribuire senza dover pagare altre imposte in futuro.
Vediamo in modo semplice di cosa si tratta, a chi conviene e cosa bisogna fare per aderire.
Che cosa si può affrancare?
L’affrancamento è ammesso per:
● Riserve e fondi in sospensione d’imposta, presenti nei bilanci al 31 dicembre 2023 e ancora esistenti (in tutto o in parte) al 31 dicembre 2024.
● Saldi attivi di rivalutazione, anche se imputati al capitale sociale.
● Altri fondi o riserve “storiche”, purché abbiano mantenuto la natura fiscale sospesa.
Restano escluse le riserve già deliberate per la distribuzione entro il 2024, anche se non ancora effettivamente pagate.
Quanto costa?
Per affrancare le riserve in sospensione d’imposta è previsto il versamento di un’imposta sostitutiva pari al 10% dell’importo che si intende “liberare”. Questo importo non va pagato in un’unica soluzione: è possibile suddividerlo in quattro rate annuali di pari importo, rendendo l’operazione più sostenibile dal punto di vista finanziario.
Per i soggetti che applicano gli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità), la prima rata dovrà essere versata entro il 21 luglio 2025. È però prevista una piccola finestra aggiuntiva: si potrà pagare anche entro il 20 agosto 2025, con una maggiorazione dello 0,40%.
Il versamento si effettua tramite modello F24, utilizzando il codice tributo 1867, appositamente istituito per questa misura.
Quali sono gli effetti?
Con l’affrancamento:
● Le riserve perdono la natura “fiscale” e diventano disponibili alla distribuzione senza
ulteriori imposte per la società.
● La tassazione avverrà solo in capo ai soci, secondo le regole ordinarie sui dividendi.
● Per le società trasparenti o di persone, migliora anche la posizione fiscale dei soci, che
possono aumentare il costo fiscale della propria partecipazione.
● Il credito d’imposta legato a precedenti imposte sostitutive non sarà riconosciuto, perché
la tassazione è già stata “sanata” con l’affrancamento.
Come si perfeziona l’affrancamento?
Per rendere effettivo l’affrancamento, è necessario indicarlo nella dichiarazione dei redditi
relativa all’anno 2024, utilizzando il modello REDDITI 2025. L’operazione va riportata in modo
puntuale nel quadro RQ29, dedicato proprio alle imposte sostitutive.
È questo passaggio formale che consente di ufficializzare la scelta e beneficiare dell’effetto
fiscale previsto dalla norma. Senza questa indicazione, l’affrancamento non produce effetti.
In sintesi
L’affrancamento straordinario è una possibilità utile per rendere disponibili alcune riserve
fiscali presenti in bilancio, pagando una tassa sostitutiva del 10%.
Una volta affrancate, queste somme potranno essere usate o distribuite ai soci senza ulteriori
imposte per la società.
È un’opzione interessante soprattutto per chi vuole semplificare la gestione del bilancio o
programmare la distribuzione degli utili nei prossimi anni.
Basta rispettare le scadenze, compilare correttamente la dichiarazione e usare il giusto codice
per il versamento.