Come ogni anno, il mese di novembre porta con sé il calcolo del secondo — o unico — acconto delle imposte. L’informativa chiarisce regole, metodi e casi in cui è possibile versare meno, semplificando la gestione fiscale di fine anno.
L’acconto va versato entro l’1 dicembre 2025 e può essere calcolato scegliendo tra due strade. La prima è il metodo storico, che semplicemente prende come riferimento l’imposta dovuta nel 2024. La seconda è il metodo previsionale, utile quando si sa già che l’imposta del 2025 sarà più bassa e quindi si può versare meno senza rischiare sanzioni.
Le regole sulle soglie restano quelle ormai consolidate: sotto i 51,65 euro non si paga nulla; se l’importo supera questa soglia ma resta entro 257,52 euro, l’acconto si versa in un’unica soluzione. Solo oltre questo limite scatta la divisione in due rate, con percentuali diverse a seconda che il contribuente sia soggetto ISA o meno. Da ricordare anche che eventuali crediti disponibili possono ridurre ulteriormente quanto c’è da versare, alleggerendo così l’esborso finale.
Quando conviene il previsionale
È utile scegliere il previsionale quando si sa già che l’imposta 2025 sarà più bassa. Succede, ad esempio, se si passa alla cedolare secca, se si entra nella contabilità semplificata per cassa con rimanenze importanti o quando si cambia regime (minimi, forfetario, ordinario). In queste situazioni il reddito imponibile diminuisce e l’acconto può essere ridotto senza rischi.
Regole IRPEF in breve
L’acconto IRPEF si calcola sul modello REDDITI 2025: si applicano soglie minime, rate solo per importi elevati e diverse percentuali tra ISA e non ISA. Il metodo previsionale resta sempre una possibilità, ma in dichiarazione va comunque indicato il calcolo storico.
Altre imposte
Le logiche restano simili anche per IRES, IRAP, cedolare secca, IVIE e IVAFE, con gli stessi limiti minimi e gli stessi criteri di ripartizione. Le società di comodo devono versare anche l’acconto della maggiorazione del 10,5%.
Ricalcolo, compensazioni e ravvedimento
In alcuni casi l’acconto va ricalcolato (distributori carburanti, noleggio occasionale, liberalità a imprese in crisi).
È possibile usare i crediti disponibili tramite F24, rispettando limiti e vincoli.
In caso di errori o mancate scadenze, il ravvedimento operoso consente di regolarizzare con sanzioni ridotte.
L’acconto 2025 richiede poche regole chiare: verificare le soglie, scegliere il metodo più adatto (storico o previsionale) e valutare eventuali cambi di regime o riduzioni del reddito. Una gestione attenta permette di versare il giusto, ottimizzando liquidità e adempimenti fiscali.